06 nov Moschea Blu (Sultanahmet Camii)
Quando si arriva nel centro di Sultanahmet, di fronte a Santa Sofia si vede l’immensa moschea, universalmente è conosciuta come la Moschea blu. Il suo nome deriva dalle 21.043 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e nella cupola. È infatti il turchese il colore dominante nel tempio.In turco si chiama Sultanahmet Camii, dove camii vuol dire moschea. Pareti, colonne e archi sono ricoperti dalle maioliche di İznik (l’antica Nicea), decorato in toni che vanno dal blu al verde. Rischiarate dalla luce che filtra da 260 finestrelle, conferiscono alla grande sala della preghiera un’atmosfera suggestiva quanto surreale.
La Moschea Blu, che risale al XVII secolo, è anche l’unica a poter vantare ben sei minareti, superata in questo solo dalla moschea di Ka’ba, a Mecca, che ne ha sette. Tale particolarità architettonica è dovuta, secondo una storia popolare, ad un fraintendimento: l’espressione delle manie di grandezza del sultano Ahmed I, non potendo eguagliare la magnificenza della Moschea di Solimano (Suleymaniye Camii) né quella di Hagia Sophia, non trovò soluzione migliore per cercare di distinguerla che i minareti in oro; L’architetto fraintese però le parole del sultano, capendo “altı” (in turco “sei”) anziché “altın” (oro). Il sultano aveva una loggia privata a piano superiore, che poteva essere raggiunta direttamente a cavallo.
La moschea fu edificata su parte del sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, di fronte ad Hagia Sophia (a quel tempo la più venerata moschea di Istanbul) e all‘Ippodromo, un altro sito di grande valenza simbolica.La costruzione della moschea iniziò nel 1609: lo stesso sultano diede avvio ai lavori. Era, infatti, sua intenzione che questa moschea divenisse il luogo di culto più importante dell’Impero. Scelse per sovraintendere ai lavori il suo architetto Sedefkar Mehmet Ağa, prima allievo e poi assistente di Sinan. L’organizzazione della costruzione fu meticolosamente descritta in otto volumi ora conservati nella biblioteca del Topkapi.
Entrando nella Moschea Blu si rimane meravigliati dalla grandezza dell’ambiente e dell’altezza del soffitto dal quale scendono delle lampede immense che illuminano il luogo con una luce calda di giorno e di sera. Per entrare dentro la moschea, all’ingresso vi danno dei teli per coprire le gambe e il petto e le braccia se il vostro abbigliamento lascia scoperto queste parti e bisogna anche togliersi le scarpe e portarsele dietro dentro le buste che vi danno all’ingresso. Tutto il pavimento è completamente coperto da tappeti.
C’è la preghiera (namaz) 5 volte al giorno e se si arriva mentre c’è la preghiera del momento bisogna aspettare che finisca per poter visitare la moschea.
Workshop fotografico e viaggio alla scoperta di Istanbul. | Maxmoto
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